Come vi dicevo ho scritto un libro, aahhhh che stranezza, di questi tempi scrivono tutti, non è che io sia molto diversa dagli altri, di diverso è che mi ci sono messa a 39 anni e… beh, potevo cominciare prima, ma… no, a dir la verità non potevo, perché prima avevo altri lavori, altre cose da fare, altri impegni. No prima avevo paura, terrorizzata dalla pagina bianca, ma con una voglia di raccontare che mi esplodeva da tutti i pori! La voglia di raccontare l’ho sempre avuta, spesso anche nel parlare con le persone di cose apparentemente normali, le infarcisco magari un po’, per farle diventare un po’ più divertenti o interessanti, altrimenti che noia!
L’ho scritto adesso perché? A dir la verità non lo so, la storia che racconto nel libro l’ho in mente da 13 anni, quindi ha avuto un tempo di gestazione piuttosto lungo, ma l’incontro tra me e quella maledetta pagina bianca è cominciato ad aprile 2016. Una mattina mi son svegliata alle 6 e dovendo aspettare le 7 mi guardavo intorno e di punto in bianco mi sono venute in mente le parole per cominciare il libro, l’inizio mi si è materializzato in testa. Non c’è nulla di magico ovviamente, anzi erano mesi che leggevo molto e scrivevo anche parecchio per lavoro, quindi sicuramente ero in un momento in cui la scrittura faceva parte già della mia vita, ma non quel tipo di scrittura, non romanzi e non narrativa, tutta un’altra cosa.
Questo testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascostoQuesto testo è nascosto
Buongiorno Laura, ho appena cominciato e leggere le prime pagine del tuo libro e, conoscendoti personalmente, sono già sicura che mi piacerà, sei una persona divertente e autoironica e mi piace come esprimi i tuoi pensieri.
Ti farò sapere alla fine della mia lettura.
Grazie Loretta, spero che continui a piacerti e che, come te, possano apprezzarlo altri e spero che continuerai a leggere e commentare gli articoli che verranno pubblicati in questo blog.
Ciao Laura, sono Italo il collega di Andrea.
Ho letto il tuo libro e l’ho trovato interessante sia dal punto di vista storico ( le guerre lasciano sempre in eredità solo tragedie umane), ma soprattutto come hai descritto gli stati d’animo dei personaggi del romanzo. Io quando leggo un libro viaggio anch’io nella trama e mi lascio coinvolgere a tal punto che divento pure io un personaggio. Non mi dilungo oltre e ti auguro un meritato successo per questo tuo primo libro e per altri che sicuramente scriverai.
P.s. : spero che capirai il concetto, perché non sono molto bravo a scrivere.
Capito perfettamente e mi onora molto quello che scrivi! Si sente che l’hai letto con attenzione e passione, ti ringrazio di cuore!
Ho letto con piacere il tuo primo (spero non ultimo) romanzo. L’ho trovato interessante per il contesto storico in cui si colloca la vicenda, ma soprattutto per la sensibilità che hai dimostrato nel descrivere situazioni e personaggi.
Continua!
Grazie infinite dell’aiuto!
Ci sono avvenimenti della nostra storia italiana di cui si parla poco o di cui non si parla affatto. il tempo è èassato. Tanto forse troppo sotto certi aspetti, poco per certi altri. La maggior parte di quelli che c’erano allora, i testimoni diretti, se ne sono andati. Ma in quei brandelli di tempo dimenticati o peggio rimossi ci stanno tante vite, famiglie, affetti, persone fatte di carne e anima. Madri e mogli che non hanno potuto sapere la verità sulla sorte dei propri figli e mariti. Altri che hanno dovuto vivere il resto dei loro giorni con l’orrore di ciò che avevano visto ma senza voce per gridarlo al mondo. Io credo che nel dna delle generazioni successive sia rimasto qualcosa del passato. Ben vengano dunque le testimonianze raccolte e custodite da nipoti e pronipoti. Non è mai troppo tardi per sapere.
P.S. “Le sorti di 1048 deportati restano tutt’ora ignote”
Cara Laura, una decina di giorni fa, precisamente il 27 aprile, ho terminato il mio viaggio con Anita! Considerazioni: mi ha appassionato, e non perché sei tu, ma perché ti giuro, erano forse anni che non riuscivo a terminare un libro, e la storia di Anita è stata così leggera nella pesantezza del tema -peraltro poco trattato e che mi ha sorpresa ancora di più proprio perché è ancora un tabù in italia quanto avvenne al confine con la Slovenia- che quando ho finito, mi è quasi dispiaciuto, e avrei voluto continuare a leggerti.
Aggiungo che leggerlo in prossimità del 25 Aprile ha dato più senso a quella data o meglio, l’ha ri-contestualizzata rispetto al mero giorno di ferie o di festeggiamenti.
Mi è piaciuto molto, moltissimo, e mi ha anche ricordato quell’atmosfera che vivevo da bambina, quando la nonna mi parlava dei partigiani a Bassano del Grappa, di come doveva correre a casa per il coprifuoco, della sua sensazione di libertà quando pareva esser tutto finito.
Dal momento in cui ho iniziato a leggerlo poi, mi sono così affezionata ai personaggi che davvero mi è parso di viaggiare con loro! Che dire: complimenti!