Oggi parlando con una persona a me vicina mi trovo a ragionare su come ad ognuno piaccia vivere la propria passione per la lettura o per le altre forme artistiche. Io parlo della mia passione per la musica e per alcuni autori in particolare, ma questa persona, che ha una passione forte per la musica, vedo che si sente a disagio, perché non parla volentieri della sua passione, preferisce viverla e non condividerla, come se fosse una comunicazione che avviene solo tra lui e la musica e una relazione così personale ed intima, che parlarne gli sembra quasi di violarla di snaturarla, di toglierle quell’alone di spiritualità, che molti trovano nel rapporto con l’arte.
Mi viene allora in mente che adoro parlare dei libri che ho amato con altre persone che amano leggere, mi piace confrontarmi anche su alcuni specifici libri, ma che in effetti, sia che parli di musica o di libri, non vado mai molto in profondità, svelando la magia che si crea tra me e il brano musicale o tra me e il libro, quella la tengo solo per me, è una cosa molto personale e anch’io scopro che l’amore, che in alcuni casi è vera passione per alcune canzoni o libri è davvero qualcosa che a che fare con la sfera privata, anzi privatissima del mio io.
Poi allora mi ricordo, che per la mia prima e vera inebriante passione, che è il cinema mi comporto e mi sono sempre comportata anche peggio: non ho mai gradito parlare del film appena visto, che so, al cinema ad esempio con le persone che avevo intorno, non sopportavo di uscire dal cinema e sentirmi chiedere: “Piaciuto?” Ah no non c’era domanda più sbagliata per me! Oppure: “A me è piaciuto, l’ho trovato…”, no non potevo e non posso ascoltare, mi infastidisce quasi fisicamente.
Perché? Perché per me è intoccabile, non il film, il libro o la canzone, è intoccabile il mio rapporto con l’arte, è un rapporto a due, sempre, è una cosa che deve rimanere solo mia, nessuno deve intromettersi tra me e le sensazioni che il libro, la canzone o il film mi ha trasmesso, nessuno può comprendere a fondo, il rapporto tra me e quell’oggetto d’arte, e nemmeno io quindi posso comprendere a fondo questo particolare rapporto che instaurano le persone con le loro passioni.
A questo punto mi accorgo che sono la persona meno adatta ai circoli del cinema, ai gruppi di lettura o ai circoli musicali, perché starei sempre zitta e non proporrei nessun argomento e non solo, sarei infastidita dalle parole degli altri e giudicherei magari in modo errato il commento di qualcuno su quel libro o su quell’altro film.
Quindi ora capisco l’atteggiamento di questa persona che non ama parlare di musica con me e mi accorgo di essere esattamente come lui. Questo non significa che non ci possano essere pareri diversi, ovviamente, né che io non sia interessata ai pareri altrui su di un film o un libro, ma per me si devono fermare fino ad un certo punto, finché rimangono giudizi sulla validità o meno dell’opera o sulla qualità, finché non toccano la sfera dei sentimenti, delle emozioni e quindi in realtà di quello di cui si deve occupare esclusivamente l’arte.
Perché non sopporto questa intrusione? Perché con l’arte, in particolare la musica, il cinema e la scrittura, ho un rapporto molto stretto, molto privato, molto profondo.
Non siamo tutti uguali però, per fortuna e ci sono molte persone che amano parlare delle proprie passioni anche profonde, che scaturiscono in loro, nella lettura di un libro o nell’ascolto di una canzone o alla vista di un film, ed è il motivo per cui ci sono tanti gruppi di lettura o musicali o circoli del cinema.
Come siete voi? Ci avete mai pensato? Siete tipi da circolo o no? E fino a che punto vi fa piacere parlare con altri delle vostre passioni letterarie, magari, fino a che punto gradite i commenti degli altri?
La fatica del self publisher
Improvvisamente ti trovi un commento più che lusinghiero riguardo al tuo libro, da parte della tua più cara amica su Facebook e, invece che pensare che lo fa perché ti vuole bene, ritrovi freschezza e forza dentro di te per andare avanti in questo viaggio difficile, che è la promozione del tuo libro. Ti danni, fai di tutto, sei sola in questo viaggio, tu e la tua protagonista, che cerchi di umanizzare il più possibile, per sentirti in compagnia e sentire che qualcuno lotta con te.
Sei un self publishing, quindi per definizione non interessi a nessuno, perché tutti pensano che tu l’abbia fatto perché nessuna casa editrice ti ha dato alcuna chance. Non è così, le case editrici si prendono tempi molto lunghi e spesso prendono in considerazione testi o autori di cui già si sente parlare in giro. Così decidi di provare entrambe le vie: le case editrici e, mentre aspetti, l’autoproduzione, per la quale però ti devi dar da fare a pubblicizzare il tuo libro in tutti i modi possibili; allora impari come si stilano i comunicati stampa, a chi si devono mandare, come, impari ad usare tutti i social, che prima usavi quasi per gioco, per una finalità ben precisa e più che seria per te!
Vieni invitata a qualche presentazione di qualche libreria, poche, sempre troppo poche e d’altra parte ci credono poco anche loro, non tanto al tuo libro, di cui difficilmente hanno letto almeno la quarta di copertina, ma alla vendita dei loro prodotti, dei libri, alle presentazioni e alla fiducia nei lettori.
Le presentazioni vanno bene, vanno male, ti fai il tuo sito, il tuo blog e, tra tutti gli impegni, cerchi di tenerlo più aggiornato possibile, perché è questo che hai letto tra gli innumerevoli consigli, che si sprecano sul web, per gli autori emergenti.
Tu ci credi ancora nel tuo libro, in quello che hai scritto, perché ci hai messo il cuore e ti ci sei impegnata a fondo, ma a volto lo sconforto è dietro l’angolo; poi qualcuno ti fa notare una pagina tra le tante che hai scritto, forse quella che ti è venuta meglio o forse quella che è stata più significativa per questa persona e pensi che non sia affatto male! Non che tu sia la Morante, chiaro, ma niente ti sembra più incoraggiante di questo: metterti di fronte il tuo testo e dimostrarti che hai fatto un buon lavoro e che quello che hai scritto pò dare delle emozioni!
E allora direi Cri V. grazie infinite per il tuo sostegno continuo, che arriva sempre nei momenti più adatti! Questo post è tutto per te e per coloro che, ogni tanto, con poche parole, riescono a dare uno slancio in più a qualcuno che si stava perdendo!
#ilviaggiodianita continua… anche grazie a Cri V.